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Senza le maestre…siamo tutti persi!

Oggi incontro di formazione con un gruppetto di maestre di una scuola materna: bello, interessante, “pieno”. Fare formazione significa innanzitutto metterti in relazione con chi hai di fronte: sapersi osservare, mettersi in gioco, incontrarsi sono i presupposti per poter imparare. E, come spesso accade quando ci si mette in gioco realmente, bisogna saper ascolare. E’ bello sentirle parlare le maestre: conoscono i bambini profondamente, hanno degli stimoli, una forza di volontà, una capacità di reinventarsi basandosi sulle sfide quotidiane che raramente altre professioni ti obbligano ad affrontare. Ma purtroppo è un lavoro che troppo spesso viene considerato come “un servizio”, un qualcosa di scontato e dovuto: “siamo quelle che giochiamo tutto il giorno e abbiamo anche un sacco di ferie” sono le parole che mi ha riportato una di loro, parlando di come talvolta vengono percepite da genitori, amici, conoscenti. Eppure sono le persone a cui sono affidati i più piccoli: e quanti sono i genitori che con due bambini cercano l’appoggio del partner, dei nonni durante i weekend per non finire la giornata “(s)travolti”? E pensare che nelle classi con due maestre ci sono 30 bambini, con i loro bisogni, le loro complessità e la loro voglia di fare, correre e imparare!
L’incontro di formazione oggi per me è stato bello e “formativo”: non solo perchè abbiamo strutturato un laboratorio che tanto mi sta a cuore su come fare percepire ai più piccoli che sono portatori di diritti, ma anche perchè il confronto con le maestre, con le loro frustrazioni, con i loro episodi quotidiani e con la loro voglia di fare è sempre un momento di confronto e crescita, mia e di Mitades.

Per concludere, care maestre, ricordatevi voi per prime il grande lavoro che state facendo e quanta professionalità mettete in campo ogni giorno, ogni ora! e poi vi dico un segreto….: checché ne dicano, senza di voi sono tutti persi!  ; )

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