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STANZE E ANIME

Su “Io Donna”, inserto del Corriere della Sera, la scorsa settimana è uscito un interessante articolo sulle stanze degli adolescenti che con il loro “casino” in cameretta mostrerebbero qualcosa di sé che è molto più di una semplice disorganizzazione o una “tipica” svogliatezza adolescenziale, bensì una maniera di dirsi ANCHE attraverso lo spazio e il modo di organizzarlo.

Chi, anche tra noi adulti, non ha avuto o non ha momenti in cui “soccombe” ai vestiti lasciati in disordine, ai documenti accumulati per più giorni sulla scrivania o alle cose da fare tanto da non sapere da che parte cominciare? E tutti noi sappiamo come, al di là degli impegni quotidiani che a volte ci impediscono realmente di stare dietro a tutto con ordine, i periodi di maggior disordine corrispondono ai momenti di maggior “disorientamento” personale. E infatti un giorno ci si sveglia, con uno spirito e una carica diversi, e in quattro e quattr’otto tutta la confusione attorno a noi viene sistemata in un attimo: i vestiti riordinati, i documenti vagliati, le idee chiarite!

Lo stesso vale per gli adolescenti i quali però vivono periodi più lunghi di “disorientamento” personale per il fatto stesso di essere in questa intensa quanto complicata fase della vita…l’adolescenza!

Sembra che gli adolescenti facciano del disordine attorno a loro una modalità per esprimere il disordine interno (emotivo, affettivo e psicologico) che caratterizza la loro età. Le loro stanze, spazi per loro sacri e inviolabili, diventano così il simbolo della confusione che hanno in mente. Tale confusione deve poter esser valutata come caratteristica fondamentale della persona-adolescente: non confusione come caos da “combattere” (e i genitori ne sanno qualcosa!), ma confusione come espressione di sé e in quanto tale degna di attenzione e rispetto.

Un esperto di Feng Shui, arte orientale che organizza gli spazi in modo da far circolare l’energia, tentando di alleggerire i genitori che ogni giorno si trovano a convivere con il disordine dei loro figli, sostiene il valore anche di scelte “estreme” e nell’articolo risponde così a una mamma preoccupata del fatto che la figlia vuole dipingere di nero le pareti della sua stanza: “In fondo il nero è il colore dell’introspezione”. Quindi genitori, cerchiamo di valorizzare e rispettare quello che in apparenza può sembrare semplice caos perché anche da questo si può imparare…e ricordiamoci di stanze e anime!

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