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I no che aiutano a crescere.. ma quali sono i sì?

Incontro di Genitori S’Impara!
Progetto Tempo al Tempo
Ieri sera, grazie al progetto Tempo al Tempo, presso lo Spazio Gorlini si è tenuto uno dei nostri incontri “Genitori, s’Impara!” e la tematica che gli stessi mamme e papà ci avevano richiesto di presentare era quella legata ai “no!”.. come e quando dirli, da quando si capiscono, i no dei bambini e quelli dei genitori… ecco allora che abbiamo pensato di riportare su questo blog, in due o più puntate, gli estratti di quelli che sono stati i punti di ieri.. buona lettura..e buon gioco!
Intanto facciamo un piccolo gioco: prendiamo carta e penna e scriviamo tutti i no che ci ricordiamo di quando eravamo esclusivamente nella posizione di figli… certo perché se vi dico i no che vostra madre vi dice oggi, potreste comunque riempire un paio di pagine. Ma torniamo all’essere figli. Dal “recente” non fare tardi cerchiamo di andare a ritroso e segniamoci 4-5 “no”. Quando ne abbiamo scritti 4, in ordine dal più recente al meno, chiudiamo gli occhi e aspettiamo un po’: cerchiamo di arrivare nei punti più lontani della nostra memoria e ricordarci il no. Quello più antico. Fatto? Ok allora possiamo iniziare a cercare di capire il mondo del no senza mai perdere quello del sì!

Poi continuiamo con l’altro pezzetto di gioco… prendiamo carta e penna, giriamo il foglio di prima e scriviamo i “no” che diciamo ai nostri figli, prendendo ad esempio la giornata di ieri e scriviamo i no che gli abbiamo detto, da quando si sono svegliati a quando sono andati a nanna..

Confrontiamo i due fogli…

…sorpresi?
Iniziamo quindi a capire quando il nostro bimbo comprende e produce i “no”.
Solo verso i nove mesi di età si può parlare di vera e propria intenzionalità nella comunicazione del bambino. Secondo ricerche effettuate sulla comprensione e produzione delle prime parole, ad un’età compresa tra gli 8 e i 17 mesi, il 79% dei bambini comprende il significato del “no” ma produce intenzionalmente il no solo il 24% dei nostri piccoli. Con il sì va peggio, solo il 12% dei bambini usa questa parola magica, più o meno con la stessa frequenza con cui usano il “pronto, chi è”.

Questa fotografia è molto interessante, perché se da un lato è vero che per la sicurezza stessa del bambino è molto più importante e naturale che comprenda prima il no che il , è altrettanto vero che non possiamo pretendere che – quando tocca a lui – sia il momento del ! Sarebbe interessante capire cosa succede nelle altre culture, dove il peso specifico del no e del sì assume probabilmente altri valori. Ma questo lo lasciamo a studi transculturali. Continuiamo a vedere cosa succede qui, tra mamme apprensive e papà che sono spesso richiamati al loro ruolo di censori!
(segue nel prossimo post!)

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