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I diritti dei minori rom sono “minori”?

L’altro giorno il papa ha ricevuto, per la prima volta a Piazza San Pietro, una delegazione di rom (sigh! Le principali testate nazionali mettono insieme le parole “rom e zingari”..ma che intendono??): duemila persone di diversi paesi, di diverse etnie. Così raro vederli insieme, radunati in una piazza. E -fa così strano – i mass media parlano in questo caso di rom non perché siano protagonisti di qualche episodio di cronaca. Casualmente oggi, grazie ad una mail di una amica, riceviamo l’avviso di una tavola rotonda, sulle politiche di integrazione dei minori rom: e quindi, dopo diverso tempo senza prendere parte a dibattiti, tavoli e coordinamenti vari, è stato molto piacevole risentire operatori e associazioni interrogarsi su quale la strada, quale il futuro… Ma allo stesso tempo capire che in realtà le problematiche sono molto simili, gli interrogativi gli stessi che si pongono altre città italiane e le tensioni uguali a quelle di anni fa. Peccato perché sarebbe forse il caso di parlarne con un dibattito più ampio, più aperto e non così spesso autoreferenziale: per quanto siano complicate le politiche di welfare e tanto più quando parliamo di rom e sinti (pensiamo a status giuridici, problema dei campi, etc) è necessario – se siamo di fronte a minori – cercare di ragionare secondo il loro superiore interesse. Darsi indicatori di monitoraggio, aprire fronti di dibattito ampi, con specifici tavoli di confronto a livello nazionale. Perché parlare di tutela dei diritti dei minori rom non è facile, ma quanto più necessario.
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