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Conoscere i Diritti, per conoscere noi stesse – Spazio Mamme Milano

Conoscere i Diritti, per conoscere noi stesse – Percorso di riflessione sui Diritti a Spazio Mamme Milano

Disegnare diritto ci aiuta a conoscere nel profondo i nostri diritti per poterli vivere pienamente e difenderli se vengono attaccati”.

Così si è aperto il primo incontro del percorso “Io disegno diritto” proposto dallo Spazio Mamme grazie all’importante sinergia creatasi con l’Avv. Marina Ingrascì, consulente legale di Save The Children Italia, e Silvia Caslini, arteterapeuta e pedagogista di ArteTerapiaLab.

Perché riflettere sui diritti?

Durante i vari percorsi con le famiglie che frequentano i nostri progetti, ci è capitato spesso di trovarci con persone – straniere o italiane – che dopo una serie di avvenimenti si sono scoperte in situazioni molto difficili da cambiare o addirittura irreversibili da un punto di vista legale. Nel cercare di capire quali fossero stati i passi che avevano portato a quella determinata situazione, spesso la risposta è stata “non ho fatto niente perché non sapevo che avevo il diritto di farlo”. Ci è sembrato chiaro quindi che in parallelo all’agire e al supportare le famiglie, è fondamentale anche offrire loro dei momenti di empowerment e prevenzione, che passano attraverso la conoscenza.

Dal 2018 ad oggi

Proprio dalla diffusione della conoscenza è nato per la prima volta nel 2018 il laboratorio “Le parole dei diritti”, proposto all’interno del corso di italiano per donne dello Spazio Mamme. Attraverso un semplice gioco, le studentesse del corso provavano a condividere ed esprimere cosa conoscevano di una determinata parola rappresentativa di un’area di diritti con cui magari si è avuto poco a che fare, come la maternità, o di alcune parole che fanno un po’ paura perché non si sa esattamente come funzionino, come la denuncia. Partendo dal vissuto di ogni persona l’avvocato spiegava il significato delle parole, selezionate mantenendo un focus sui diritti delle donne e dei minori.

Nel 2019 il laboratorio, molto apprezzato dalle famiglie, è stato proposto anche ad alcune classi del CPIA di Via Satta a Quarto Oggiaro, e nel 2021 si è spostato anche online su piattaforma zoom. Credendo fermamente nella ricchezza che nasce dallo scambio, il 7 maggio l’attività è stata condotta dagli studenti del corso integrativo Diritto e vulnerabilità sociale. Clinica legale in diritto dei minori dell’Università degli Studi di Milano, che dopo un lavoro di ricerca si sono messi in gioco per iniziare a vedere sul campo quali potrebbero essere quei diritti che pensiamo che tutti conoscano, ma che in realtà non sono così noti. Partendo da concetti del mondo legale, spiegando ad esempio che cos’è un atto, il gruppo di studenti e studentesse ha acceso i riflettori su situazioni che sembrano banali ma in cui quasi tutti siamo incappati almeno una volta, come ad esempio l’aver firmato un documento senza averlo compreso accuratamente, per poi fornire strumenti su cosa fare e a chi rivolgersi per far valere a pieno i propri diritti.

Sempre dalla conoscenza è nato il percorso “io disegno diritto”, fra marzo e maggio, il cui ultimo incontro sarà in presenza il 24 maggio. L’idea da cui siamo partite nell’ideazione del laboratorio è che entrare in ascolto di sé e in contatto con le proprie esperienze, permette di interiorizzare alcuni concetti che altrimenti rimarrebbero solo delle informazioni ascoltate, e allo stesso tempo permette di metterci in discussione come esseri umani con dei diritti, scardinando alcuni preconcetti che non sappiamo di avere. Il format sperimentato prevede una prima parte di riflessione su alcuni diritti svolta dalla consulente legale, una seconda parte di osservazione di alcune immagini selezionate dall’arte terapeuta, una terza parte in cui le donne partecipanti esprimono attraverso la parola o il disegno i sentimenti suscitati dalle immagini, e di una quarta parte di riflessione collettiva e correlazione fra quanto emerso dall’esperienza personale e da quanto discusso in termini di diritti dell’essere umano.

Il comune denominatore ai due diversi laboratori è stata l’apertura alla conoscenza, una combinazione di parole non banale come sembra. Aprirsi non è semplice, ci rende nudi, apparentemente vulnerabili. Allo stesso tempo ci permette di metterci in ascolto, in discussione, in accoglienza della conoscenza e della possibilità che alcune cose si potrebbero fare in maniera diversa. Parlare di diritti, fare domande, approfondire i significati, permette di entrare in risonanza con “cosa ci fare stare bene o male”, cosa va difeso, cosa non può attaccare noi e i nostri bambini, ma anche conoscere noi stesse, con cosa è, cosa è stato e cosa potrebbe essere.

Testo di Daniela De Maria

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