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CARO BABBO NATALE… SE NON CI FOSSI BISOGNEREBBE INVENTARTI!

È sempre molto esaltante per i bambini sentire di essere al centro di un’occasione speciale, come avviene quando si festeggia il loro compleanno o il Natale. In queste occasioni l’attenzione di tutti è rivolta a loro: i bambini si sentono importanti! Il ripetersi di queste ricorrenze, che scandiscono l’anno e dunque la vita del bambino, se celebrate con lo spirito giusto, segneranno positivamente la sua crescita, in quanto costituiranno agli occhi del bambino la garanzia che la sua importanza non viene meno e la dimostrazione che la vita è organizzata intorno a momenti felici.

Le feste dedicate ai bambini hanno la caratteristica speciale che ogni distinzione di rango viene cancellata oppure rovesciata: il bambino è il re del giorno della festa, a lui sono dedicati i regali e le attenzioni, può persino (come in occasione di halloween) pretendere dagli adulti dei dolcetti e minacciarli (“dolcetto o scherzetto!”) se le sue richieste non sono esaudite. Queste connotazioni magiche segnano l’importanza del significato simbolico delle feste, che si inscrive inevitabilmente nell’esperienza inconscia del mondo.  Attraverso l’immaginazione i bambini mettono in atto quei dispositivi magici per riuscire a dare senso all’essere piccoli, inesperti ed indifesi. ‘immaginazione è il fondamento per costruire una buona infanzia ed affrontare con coraggio le età successive. Il bambino in questo modo si crea le ragioni per comprendere il mondo che è ancora troppo grande ed incombente.

Il Natale in particolare può essere considerata la festa dei bambini per eccellenza: al di là del significato laico o religioso per ogni famiglia, per i bambini è Babbo Natale la figura centrale, il personaggio che incarna l’incorporeo “spirito del dare” che difficilmente potrebbero spiegarsi in forma astratta. Non dobbiamo quindi preoccuparci se i bambini si rappresentano il Natale attraverso l’immagine di un vecchietto panciuto perché credere nelle creature della fantasia è un bisogno del bambino, un bisogno che consta nel ricorrere ad un’immagine concreta per afferrare il significato di un’idea astratta. Spiegare a parole ad un bambino di pochi anni cosa si intende per “spirito del dare” non lo aiuta a scoprire cosa esso significhi realmente nel suo animo. Forse potrà parlarne in modo razionale, ma la sua anima non ne sarà riscaldata come avviene quando lo si sperimenta in prima persona. Nessun costrutto intellettuale potrà mai compensare la soddisfazione emotiva di credere ad un personaggio magico che esiste solo per portare i doni ai bambini. Secondo la leggenda infatti, Babbo Natale lavora tutto l’anno per preparare i regali da portare ai bambini, è un elfo benefico che non chiede nulla in cambio, perciò arriva nel cuore della notte senza farsi vedere. È da questa connotazione di tipo magico che la festività del Natale trae il suo significato più profondo. Se spogliassimo una festa della sua magia, le toglieremmo gran parte del suo senso simbolico ed inconscio e con esso la festa perderebbe anche la capacità di estendere i suoi rassicuranti e benefici effetti a tutto il resto della vita, conservando quei sovratoni affettivi che solo gli antichi ricordi di esperienze infantili possono infondere nelle nostre attività adulte.

Il vero “miracolo” del Natale è il miracolo della mente infantile che sa trasformare l’ingenua esile bugia che nasconde il genitore dietro l’immagine di Babbo Natale nella promessa di un mondo benevolo e gratificante. Il suo pancione, gravido di tutte le cose buone che dispenserà, simbolo vivo della nostra esistenza intrauterina, infonde al bambino  una grande sicurezza: per sperare nelle cose belle a venire, cioè per padroneggiare veramente la realtà, ha bisogno di ricorrere al pensiero magico e di credere alle fate buone, all’angelo custode, a babbo natale, al topino dei denti… e a tutti quei magici personaggi che popolano la sua fantasia.

Di norma la fede nella dimensione magica declina poi spontaneamente e gradualmente verso i sei, sette anni, via via che, con l’ampliarsi dell’esperienza del bambino, il reale prende il sopravvento sul fantastico. Verrà il giorno in cui sarà il bimbo a non voler più credere a Babbo Natale, qualunque cosa dicano i genitori.

Perciò se vogliamo che i bambini si formino una sana visione della realtà e acquisiscano la capacità di farvi fronte, dobbiamo non solo permettere loro di credere nelle proprie fantasie per il tempo necessario, ma anche, nei momenti più significativi, dare realtà a tali fantasie. È questa infatti l’importante funzione delle festività nell’economia psichica del bambino: dargli la forza necessaria al mestiere di vivere.

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